Il mangostano combatte la depressione, lo dice una ricerca tedesca

Leggendo questa pagine hai imparato che il mangostano possiede una potentissima azione antiossidante e antinfiammatoria capace di preservare i tessuti dalla degenerazione cellulare precoce e di bloccare e alleviare gli stati infiammatori. Bene, alcuni studi portati avanti in Germania hanno evidenziato che il mangostano è anche un buon antidepressivo in grado di regolare i livelli e la produzione dei neurotrasmettitori, fra i quali la serotonina.

Ma andiamo per ordine e, prima di introdurre il ruolo del mangostano, cerchiamo di capire cosa si intende per neurotrasmettitori, sinapsi e neuroni. I neuroni sono gli elementi fondamentali del sistema nervoso e coordinano praticamente qualsiasi azione compiuta dall’organismo, permettendo la comunicazione fra i tessuti. Per fare questo i neuroni hanno la necessità di sintetizzare dei neurotrasmettitori, delle molecole biologiche che fungono da trasmettitori fra le sinapsi e le cellule neuronali. I neurotrasmettitori principali che regolano il nostro umore e gli eventuali stati depressivi sono la dopamina, la noradrenalina e la serotonina.

Proprio questi neurotrasmettitori svolgono una serie di funzioni importantissime all’interno dell’organismo, in quanto regolano gli stadi emotivi, l’alimentazione, la vita sessuale, il dolore e anche la produzione ormonale. Inoltre sono sostanze dagli effetti sedanti e antidepressivi, in particolar modo la serotonina. Se i livelli di questi tre neurotrasmettori dovessero scendere sotto i livelli di guardia, per varie cause concomitanti, si verificherebbero episodi di emicrania, depressione, malumore e disturbi alimentari.

 

 terapie contro la depressione

 

Cosa ha dimostrato la ricerca tedesca

Gli studi hanno dimostrato che i vegetali che contengono un’alta concentrazione di xantoni, glicoli, bioflavonoidi e flavonoidi come il mangostano, hanno un marcato potere antidepressivo in quanto sono in grado di inibire le funzioni della monoammina ossidasi A e B, enzima capace di indebolire l’efficacia e la potenza di serotonina e compagnia. Detto in parole povere gli xantoni del mangostano agiscono direttamente sui neuroni che rilasciano questi tre neurotrasmettitori, impedendone un riassorbimento anomalo che a lungo andare può provocare ansia e depressione, svolgendo di fatto un’azione del tutto simile agli antidepressivi di origine chimica, ma senza gli effetti secondari quali le disfunzioni di altri neurotrasmettitori non coinvolti in questo processo.

Insomma, gli studi condotti in Germania, oltre ad accreditare al mangostano una marcata azione antidepressiva, aprono uno spiraglio verso un nuovo approccio terapico contro gli stati depressivi, teorizzandone una cura più naturale attraverso l’impiego di vegetali ricchi di sostanze amiche quali bioflavonoidi e xantoni dalle marcate proprietà antidepressive.

 

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