Farmaci antinfiammatori e antinfiammatori naturali – Parte I
Il mangostano, come detto in precedenza, è un buon antinfiammatorio. Ma cos’è nello specifico un’infiammazione e come agiscono gli antinfiammatori?
L’infiammazione è un processo difensivo che il corpo mette in azione per contrastare l’attacco di agenti lesivi esterni. I sintomi delle infiammazioni si assomigliano più o meno tutti: arrossamento della parte lesa, dolore, tumefazione e aumento della temperatura. Il fatto che diversi agenti lesivi provochino gli stessi sintomi si spiega con il fatto che l’organismo produce sempre gli stessi mediatori dell’infiammazione (detta anche flogosi) che agiscono sempre in modo simile a prescindere dall’agente patogeno in azione.
Questi mediatori hanno un solo scopo: eliminare la causa che innesca tale processo e riparare i danni ai tessuti. Ed ecco che si scatena l’infiammazione: i vasi sanguigni si dilatano, sulla zona lesa viene dirottato un afflusso di liquidi maggiore per cercare di disperdere gli agenti patogeni esterni che verranno poi distrutti dall’intervento dei leucociti, mentre altri mediatori si occupano di riparare i tessuti. Insomma l’infiammazione è la fase di allarme della risposta immunitaria dell’organismo in cui vengono prodotti un gran numero di agenti flogistici che determinano tutti i sintomi dell’infiammazione.
Per porre rimedio ai dolori e malesseri causati dall’infiammazione si ricorre spesso e volentieri a farmaci antinfiammatori, di cui ne esistono due classificazioni principali: gli steroidei (cortisonici, per intenderci) e non steroidei, i famosi FANS.
I farmaci antinfiammatori agiscono principalmente su un particolare tipo di agenti flogistici coinvolti nel processo di infiammazione: le prostaglandine, che vengono sintetizzati dall’acido arachidonico, un acido grasso appartenente alla famiglia degli Omega3. Una volta attivato il processo di protezione questo acido viene metabolizzato sotto forma di prostaglandine, le principali responsabili del dolore e gonfiore.
Ma attenzione non tutte le prostaglandine sono uguali. Vediamo cosa succede quando si assume un farmaco antinfiammatorio.
I farmaci antinfiammatori impediscono che l’acido arachidonico venga sintetizzato da due enzimi: Cox1 e Cox2. Il primo è un enzima costitutivo, indispensabile per la formazione delle prostaglandine trombossani, utili per l’equilibrio fisiologico dell’apparato gastrointestinale e renale e indispensabili per l’aggregazione piastrinica. Il secondo invece è un enzima inducibile e cioè attivo solo nei processi infiammatori che producono prostaglandine prostacicline. Sono queste ultime a provocare dolore, gonfiore e arrossamento.
Molti farmaci antinfiammatori hanno un problema in comune: non distinguono fra i due enzimi e inibiscono l’azione di entrambi. Questo provoca una conseguenza importante: le prostaglandine sintetizzate attraverso la COX1 non vengono più prodotte, lo strato protettivo dell’apparato gastrointestinale non è più adeguatamente protetto e possono insorgere problemi come gastriti, ulcere e altri fenomeni gastrolesivi.
Inoltre alcuni farmaci antinfiammatori, inibendo la COX2 e le prostaglandine che favoriscono l’aggregazione piastrinica, possono creare problemi a chi assume anticoagulanti o chi ha sofferto di malattie di tipo emorragico o gastrointestinale.
La seconda generazione di farmaci antinfiammatori di recente produzione sono meno lesivi sulle mucose gastriche, in quanto fanno distinzione fra i due enzimi. Tuttavia se il loro uso è prolungato nel tempo, dimostrano una minor efficacia con il conseguente aumento delle dosi necessarie a sortire l’effetto desiderato.
Un altro aspetto da tenere in considerazione dei farmaci antinfiammatori è il loro potere antidolorifico che spesso illude che assume questi farmaci di aver risolto il problema dell’infiammazione quando invece questa potrebbe essere ancora in corso. Per questo l’assunzione di tali farmaci non dovrebbe superare i tre giorni consecutivi.
Tuttavia si possono assumere sostanze naturali che hanno principi attivi contro gli stati infiammatori, senza incappare negli effetti collaterali dei farmaci. La purea di mangostano è certamente una di queste, ma nel prossimo post parleremo anche di altri antinfiammatori naturali.