Intossicazione da metalli pesanti, come contrastarla – Seconda Parte
Bentornati sulle pagine di Mangostano.eu!
La scorsa settimana abbiamo introdotto il tema dei metalli pesanti in questo post e oggi cercheremo di completare l’argomento indicando quali terapie e quali rimedi naturali possono venirci in aiuto per detossificare l’organismo dal loro accumulo nocivo.
Se avete la preoccupazione che nel vostro organismo sia in corso un’intossicazione da metalli pesanti è bene sottoporsi a specifiche analisi delle urine e del sangue che rilevino il livello di intossicazione. Questo test è fortemente consigliabile per tutte le categorie a rischio che vengono a contatto giornaliero con sostanze inquinanti, metalli pesanti, tossine ambientali e radiazioni.
Se l’intossicazione da metalli pesanti ha raggiunto livelli di una certa gravità si possono intraprendere delle terapie specifiche definite chelanti. Durante questo tipo di trattamento vengono inoculate per via venosa delle sostanze in grado di attaccare i metalli pesanti depositati nei tessuti e di trasportarli al di fuori dell’organismo per le naturali vie fisiologiche.
I liquidi iniettati sono acidi basicamente innocui la cui composizione molecolare gli rende idonei per formare molecole stabili legandosi agli elettroni spaiati di radicali liberi, tossine e scarti metabolici. Inoltre non vengono assimilati dal corpo e vengono naturalmente espulsi insieme alle sostanze nocive a cui si sono legati. A seconda della gravità dell’intossicazione la terapia chelante può richiedere da una a tre sedute settimanali per un ciclo complessivo di quindici-trenta sedute, per poi proseguire con sedute mensili o trimestrali di mantenimento. Tuttavia se si soffre di patologie legate a gli organi emuntori quali reni e fegato può essere sconsigliato sottoporsi al trattamento chelante in quanto sono proprio questi organi ad occuparsi principalmente dello smaltimento delle sostanze inoculate e degli elementi tossici in esse contenuti.
Nel caso in cui invece il vostro livello di intossicazione non abbia ancora raggiunto livelli tanto allarmanti da rendere necessaria una terapia chelante o semplicemente non desiderate che vi vengano inoculate sostanze sintetiche, potete optare per una dieta detossificante che punti sulle proprietà terapiche di piante e minerali.
In questo caso l’azione degli agenti chelanti sarà meno intensiva e prolungata nel tempo, aspetti che rendono questo approccio forse più lento, ma privo di qualsiasi effetto collaterale in quanto tutte le sostanze dotate di caratteristiche chelanti sono tollerate ottimamente dall’organismo. L’unica indicazione per la loro efficacia è appunto la costanza di assunzione nel tempo. Insomma sarebbe bene divenissero un’abitudine da inserire regolarmente nella nostra dieta. In questo modo riusciremo ad arginare e contrastare la bioaccumolazione di metalli pesanti, scorie e tossine nell’organismo.
Per cominciare do le solite indicazioni di base che ormai vi usciranno dalle orecchie, ma che risultano essere fondamentali per una buona terapia detossificante: mangiare molta frutta e verdura fresca indispensabile per il giusto apporto di micronutrienti fondamentali, vitamine, antiossidanti e sostanze chelanti naturali, bere almeno due litri di acqua al giorno (meglio se a temperatura ambiente) che favorisce il drenaggio, la depurazione e l’espulsione delle sostanze tossiche dai reni e fare un po’ di attività fisica che aumenti la sudorazione e le pulsazioni cardiache, in modo che attraverso la respirazione più profonda e frequente e il sudore vengano espulse parti degli agenti tossici non eliminabili attraverso la diuresi. Non è necessario sottoporsi ad allenamenti intensivi, sono sufficienti 15-20 minuti di camminata veloce al giorno che faccia aumentare la temperatura corporea e il ritmo della respirazione.
Per quanto riguarda l’alimentazione è bene inoltre limitare il più possibile alimenti e bevande a base di zuccheri e farine raffinate o fortemente adulterati con additivi sintetici e preferire cereali e derivati integrali e zuccheri naturali come il miele o il malto, ricchissimi oltre tutto di alcuni dei microelementi indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo come il manganese, il potassio, il sodio, il rame e il ferro.
Nello specifico poi vi sono alcuni elementi organici e inorganici che possono rivelarsi molto utili per contrastare l’accumulo di metalli pesanti. Fra quelli inorganici possiamo citare l’argilla bianca e la zeolite, composti stabili con cariche negative in grado di attrarre i cationi positivi di scorie, tossine e metalli pesanti e di trasportarli fuori dall’organismo. La loro azione non è solo detossificante, ma anche rimineralizzante e garantisce al corpo il giusto apporto di microelementi quali magnesio, calcio, potassio e sodio. Inoltre la loro assunzione migliora l’assimilazione dei nutrienti e di conseguenza la digestione, aumenta le difese immunitarie contrastando agenti patogeni e virus e dona un aspetto più sano ai tessuti. Questi composti possono essere assunti sotto forma di capsule e compresse una mezz’ora prima dei pasti principali.
Per la detossicazione dai metalli pesanti rivelano estremamente efficaci le tinture madre e gli oli essenziali che possono venir ingeriti con le stesse modalità appena descritte o frizionate sulle zone dove si evidenziano maggiormente vene e capillari, ad esempio polsi o l’incavo del ginocchio e del gomito.
Uno dei rimedi fitoterapici più efficienti è il coriandolo, una spezia millenaria in grado di afferrare le molecole di piombo, cadmio e arsenico depositato nelle ossa o nel sistema nervoso centrale e di mobilitarle verso fegato e reni. Il coriandolo è anche una delle poche piante in grado di eliminare il mercurio dalle membrane cellulari e dal DNA. Inoltre è un ottimo agente digestivo ed evita la formazione di gas nell’apparato gastrointestinale.
Lo zenzero e la curcuma sono altre due spezie che non dovrete far mancare nella vostra dispensa o nello stipetto dove tenete gli oli essenziali e tinture madri. Queste due radici hanno proprietà detossificanti, depuranti e rigeneranti che si amplificano notevolmente se affiancate al pepe nero. La loro azione si svolge prevalentemente nel fegato dove sono in grado di indurre l’attivazione di specifici enzimi dedicati all’attività chelante. Inoltre sono ottimi antinfiammatori naturali e favoriscono l’assimilazione dei nutrienti.
Un altro ortaggio-spezia con cui dovrete fare amicizia è l’aglio. Questo bulbo è una fonte ricchissima di selenio organico, ma sorpattutto di zolfo molto attivo nei confronti di piombo, mercurio e cadmio. Poi fate largo a mele, fragole, al vino (con moderazione) e alla papaia ricchissimi di acido malico, un composto molto efficace nei confronti dei cationi degli elementi instabili e tossici.
Un’altra fonte di agenti chelanti e antiossidanti naturali sono le alghe. Potete trovare compresse e preparati a base di Spirulina e Chlorella Pletensis, due fra le alghe più efficienti nell’attrarre tossine ambientali, agenti tossici, scorie metaboliche e metalli nell’organismo. Oltre tutto sono anche ottime fonti di aminoacidi essenziali essendo fra i pochi composti organici a possederli tutti e otto.
Infine ci sarebbero alcuni frutti e verdure molto indicate per una terapia chelante naturale e fra questi c’è anche il nostro mangostano. Ma di questo parleremo la prossima volta.
A presto.