Museo della frutta: Yamanashi e Torino, due diverse realtà
La frutta è mezzo di sostentamento per l’uomo da tempi immemorabili ed ancora oggi è considerato uno dei cibi più sani e nutrienti tra quelli consumati. La frutta è un prodotta stagionale, ne cresco tipi diversi in base alla stagione anche se, ormai è possibile trovarne di qualunque tipo durante tutto l’anno. Inoltre a differenziare le varietà vi è il clima, frutta diversa cresce in territori diversi, dove il clima più freddo lascia spazio a temperature più calde.
Il museo della frutta: una bellezza da gustare.
La grande importanza che la frutta ha nella nostra vita e nella nostre dieta le ha concesso un posto d’onore e una grande reputazione tanto da spingere alcuni a realizzare una struttura che ne celebrasse il valore: il museo della frutta. Il museo è una raccolta, pubblica o privata, di oggetti, un’istituzione permanente,senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto.
Proprio per il ruolo che la frutta svolge nella vita di ogni uomo si è deciso di valorizzarla e farla conosce tramite strutture come quelle dei musei. Edifici di questo tipo ve ne sono 2 tra i più importanti e conosciuti. Il primo è il museo della frutta di Yamanashi. Situato in Giappone e più precisamente a Yamanashi nella Prefettura di Yamanashi vicino al Monte Fuji godi di uno spazio espositivo vastissimo, un parco di 195.000m².
L’idea di questa straordinaria struttura interamente dedicata agli alberi e ai loro frutti, è stato progettato dall’architetto donna Itsuko Hasegawa tra il 1992 ed il 1995. La realizzazione richiese circa 3 anni. Nel 1997, infatti, venne inaugurato il museo della frutta, composto da 3 diversi edifici a forma di cupola di cristallo la cui organizzazione richiama il ciclo di vita della frutta:
Piazza della frutta, una struttura dedicata ai prodotti agricoli e al giardinaggio, la serra tropicale, dalla forma di seme germogliato, contiene una raccolta di alberi da frutta tropicali e l’ultimo, l’atelier, è la vera e propria esposizione di frutta. Questi edifici sorgo all’interno di un enorme parco dove è possibile ammirare alberi di ogni specie.
Ma il museo della frutta di Yamanashi non è l’unico museo dedicato a questo prodotto della tavola. Il Museo della frutta Francesco Garnier Valletti, inaugurato il 12 febbraio 2007, sorge in Italia e più precisamente a Torino. Al suo interno è possibile ammirare la collezione di mille e più frutti artificiali plastici modellati a fine Ottocento da Francesco Garnier Valletti.
La collezione è composta da 39 varietà di albicocche, 9 di fichi, 286 di mele (di cui 2 incomplete), 490 di pere (di cui 4 incomplete), 67 di pesche, 6 di pesche noci, 20 di prugne, 44 di uva, 50 di patate e un esemplare ciascuno di rapa, di barbabietola, di carota, di pastinaca, di melograno e di mela cotogna. Inoltre, tra il 1932 e il 1935 la collezione si arricchisce di altri 323 modelli di frutti e ortaggi: altre mele, pere, pesche, uva, susine, fragole, ciliegie, arance, mandarini e limoni, barbabietole da foraggio, funghi e modelli “di putrefazione” di mele.
Percorrendo le sale del museo è possibile entrare in contatto e conoscere la vita e l’opera di Francesco Garnier Valletti, (Giaveno 1808 – Torino 1889), straordinario personaggio dedito all’artigianato, grande artista e scienziato. L’obiettivo principale di questo museo della frutta non è solo quello di far conoscere specie poco note ma è anche quello di ricostruire quelle che furono le fasi della ricerca scientifica applicata all’agricoltura, gli sviluppi che nel tempo ha avuto la produzione ortofrutticola, il passaggio dalla coltivazione artigianale a quella industriale. Illustra non solo i metodi di coltivazione e produzione ma, anche, quelli di conservazione e consumo così come si sono evoluti nel tempo.
Il museo della frutta di Torino sorge nel Palazzo degli Istituti Anatomici, a fianco del Museo di Anatomia Umana «Luigi Rolando» e del Museo di Antropologia Criminale «Cesare Lombroso»con lo scopo di coronare il “Progetto Museo dell’Uomo” che ha come obiettivo quello di testimoniare la storia scientifica dell’Ottocento.
Due musei, quello di Yamanashi e quello di Torino, posti a due capi del mondo, con due diverse metodologie di presentazione della frutta , che hanno, però, in comune l’obiettivo di far conoscere e valorizzare questi straordinari prodotti della terra.