Il cibo nella pittura
Mangiare è una passione di molti ma, quando il cibo si fonde con capacità artistiche straordinarie si possono ottenere risultati eccezionali. Molti pittori hanno scelto il cibo come oggetto da rappresentare nella loro opera poi divenuta famosa in tutto il mondo. Ma non solo pittori, anche scultori, musicisti, architetti si sono ispirati al cibo mettendolo al centro della propria arte. Oggi, pero, vi parleremo di quadri famosi, di pitture che ritraggono alimenti sottolineando ciò che molti già sapevano, il cibo fa bene al corpo e all’anima.
Quando il cibo nella pittura diventa arte
Sono molti gli artisti che nei secoli hanno ritratto il cibo nelle loro opere con lo scopo di esaltarne il valore o di rappresentare momenti della vita il cui il cibo la fa da padrone. Vediamo insieme le opere pittoriche più famose incentrate sul cibo.
Quattro stagioni di Giuseppe Arcimboldo
Giuseppe Arcimbolo o Arcimboldi è stato un pittore italiano vissuto alla fine del 1500. In quegli anni fu pittore alla corte dell’Imperatore Massimiliano II e, in quell’occasione, realizzò due cicli di dipinti conosciuti con il nome di Le stagioni e I quattro elementi. Tutti i quadri rappresentavano volti e teste umani riprodotti utilizzando frutta e verdura. I più famosi quadri di questi cicli sono L’Invero e L’Estate conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Altre copie, realizzate sempre da Arcimboldo, sono conservate anche al Louvre. L’autore dispose i dipinti in modo tale che ognuna delle quattro stagioni fosse rivolta verso un elemento, creando un sistema di rapporti tra microcosmo e macrocosmo. I molti frutti rappresentati sono specifici di ogni stagione e, secondo alcuni, rappresentano un omaggio alla natura e ciò che esse ha di più prezioso.
Canestra di frutta di Caravaggio
Molte sono le nature morte rappresentate da decine di pittori, ma questa, siamo certi, è la più famosa. La Canestra di frutta di Caravaggio fu realizzato dal pittore nel 1599 ed oggi è conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Il cesto di frutta posto al centro di un tavolo altrimenti spoglio concentra l’attenzione dell’osservatore sul fulcro dell’opera, il cibo. Ogni sua parta è un’allegoria, un pezzo di puzzle volto a celebrare la vita dell’epoca. Il cesto, infatti, è riprodotto leggermente sporto in avanti verso lo spettatore è stato interpretato come un segno di offerta nei confronti dell’umanità. Questo è solo uno dei simboli cristiani di cui è impregnato il dipinto. Tutti i frutti, infatti, hanno un preciso significato simbolico legato alla passione di Cristo. Ogni singolo elemento sembra ritratto nel suo massimo splendore ma, se lo si osserva con maggiore attenzione le foglie sono avvizzite, i frutti marci, i chicchi d’uva secchi. Il significato nascosto dietro questo quadro è la caducità della vita, il tempo che passa e non risparmia.
Il mangiafagioli di Annibale Carracci
Altro famosissimo quadro rappresentante il cibo è, senza dubbio, Il mangiafagioli di Carracci. Realizzato dal pittore bolognese tra il 1584 e il 1585 è ora custodito nella galleria di Palazzo Colonna a Roma. Nella tela è rappresentato un contadino seduto ad un tavolo a consumare un pasto a base di fagioli, cipolle, funghi e pane, accompagnato da vino bianco. La scena è probabilmente ambientata in una taverna, vista l’assenza di ornamenti e lussi. Lo scopo del pittore era quello di riprodurre una scena di vita quotidiana. E ci riesce alla perfezione riproducendo lo stupore dell’uomo nell’atto di mangiare un piatto di fagioli, quasi non si aspettasse di essere colto nell’atto. La bocca spalancata e il cucchiaio sospeso esaltano questo senso di inatteso. Questa, per Carracci, è una forma per superare l’artificiosità che popolava le opere di quell’epoca e riallacciare un diretto contatto con la realtà e la verità.
Picnic di Fernando Botero
Botero è un pittore e scultore colombiano che realizza opere dalle forme insolite. Nel suo quadro picnic, uno di una lunga serie che ritraggono questo tema, un uomo è ritratto nell’atto di riposare dopo aver mangiato. Il cibo, in questo caso, occupa un ruolo centrale oltre che molto dello spazio del dipinto. I colori sono netti e precisi mentre i personaggi, dalle fattezze rubiconde, sono quasi posti al margine lasciando il campo a cioè che per Botero è più importante. In Botero, infatti, il cibo rappresenta vitalità, gioia, il fulcro dell’esistenza. Molte delle sue opere sono conservate presso il museo a lui dedicato nella città di Bogotà.
La colazione sull’erba di Édouard Manet
Uno dei dipinti più rappresentativi dell’arte moderna si trova presso il Musée d’Orsay a Parigi ed è La colazione sull’erba di Manet, un dipinto ad olio su tela realizzato tra il 1862 ed il 1863. Anche in questo caso viene ritratto un momento centrale della vita quotidiana, la colazione. Il cibo e l’alimentazione tornano prepotenti come simbolo di socializzazione e incontro. In quest’opera i personaggi indossano abiti borghesi in un mix di moderno e classico che ritroviamo soprattutto nei colori e nel modo di rappresentare la natura che fa da cornice alla scena centrale dell’opera. Il cibo torna al centro del concetto di unione che si presenta forte ed intenso in questa pittura di Manet.
Il pranzo dei canottieri di Pierre-Auguste Renoir
Il titolo originale dell’opera è Le déjeuner des canotiers ma noi lo conosciamo come Il pranzo dei canottieri, un dipinto a olio su tela realizzato dal pittore francese Renoir tra il 1880 ed il 1882. Questo straordinario dipinto fa parte della Phillips Collection di Washington. l dipinto ritrae un pranzo al ristorante La Fournaise a Chatou, un villaggio sulla Senna, e riproduce quattordici personaggi intenti a mangiare. Il tema del cibo torna e diventa centrale come nel dipinto precedente. Anche in questo caso sembra che il pranzo sia un momento di aggregazione e di unione tra le persone. La tavola è ricca di avanzi del pasto quasi a voler riprodurre una pi moderna ed evoluta natura morta. Il contrasto è chiaro, Renoir, infatti,decide di dipingere frutta tipicamente autunnale nonostante il dipinto si ambientato nel periodo estivo. In questo caso il cibo è parte integrante del dipinto assieme ad i suoi personaggi conferendone valore e funzionalità.
Minestra in scatola Campbell di Andy Warhol
Forse uno dei maggiori rappresentati della pop art, Andy Warhol si è dedicato non poco al cibo. La sua prima mostra ufficiale, risalente al 1962, comprendeva le immagini di 32 barattoli di zuppe in scatola della marca Campbell. Warhol, scelse per le sue stravaganti opere oggetti della vita quotidiana, come le bottiglie di Coca-Cola o le lattine di zuppa della marca Campbell’s per comunicare un contatto diretto con quello che c’è di più comune e noto, il cibo. Le sue opere non sono dipinti ma serigrafie, essendo lui un pubblicitario. In questo caso, però, la scatoletta, secondo alcuni rappresenta l’omologazione della società moderna che propone alimenti preconfezionati uguali per tutti. Per alcuni è una critica alla società americana di quegli anni, per altri un elogio di un mondo in cui il cibo è lo stesso per tutti, senza differenze di classe.
Abbiamo visto nei secoli come il cibo è sempre stato fonte di ispirazione per gli artisti ed in particolare per i pittori che ne hanno visto l’energia che li ha spinti a ritrarli nelle forme e nelle situazioni più diverse per non snaturandolo ma conservando per esso un ruolo centrale.