Acidificazione dell’equilibrio acido-base: sintomi e conseguenze
Diversi studi scientifici sono giunti alla conclusione che alcune malattie comuni quali diabete, artrosi, obesità, malattie cardiovascolari, patologie renali ed epatiche e alcuni tipi di cancro come quello al colon possano essere correlati ad un’alterazione dell’equilibrio acido-base dell’organismo. Un’eccessiva acidità infatti può alterare le funzioni metaboliche del corpo, comporta la comparsa di acidosi (diminuzione del ph sanguigno), altera e diminuisce la presenza di sali minerali fondamentali, indebolisce e acidifica le cellule e di conseguenza gli organi. Questo processo a lungo andare predispone il corpo a malattie di tipo infiammatorio e nei casi meno gravi comporta la comparsa di disturbi generalizzati, indebolisce il sistema immunitario, rallenta il metabolismo e impedisce l’eliminazione fisiologica di scorie e tossine che si accumulano così nell’organismo.
Il sangue, in situazioni ottimali, mantiene il suo ph intorno al 7.35 e 7.45. Quindi è leggermente basico dove, su una scala da zero a quattordici, sette rappresenta la neutralità e i valori inferiori a sette l’acidità. Quando l’equilibrio acido base si mantiene leggermente basico il nostro organismo è in grado di svolgere al meglio tutte le funzioni metaboliche, di sfruttare appieno i nutrienti del cibo, di rigenerare le cellule morte e di eliminare i prodotti di scarto non metabolizzati e i radicali liberi senza creare scompensi fisiologici.
I principali sintomi di un’eccessiva acidità, che può trasformarsi in acidosi cronica o acuta per poi sfociare in malattie infiammatorie e degenerative, sono:
stanchezza e sonnolenza soprattutto appena svegli e dopo i pasti, emicranie, nevralgie, dolori muscolari
alito pesante, stitichezza, scarso appetito con picchi di fame sregolata, digestione difficile accompagnata ad acidità e crampi
sudorazione eccessiva
cattivo umore, depressione, tristezza,
ritenzione idrica, gonfiore negli arti inferiori
raffreddori frequenti, mal di gola, infiammazioni, otiti
minzione dolorosa
acne, eritemi, eczemi…
Se provate almeno sei di questi sintomi è probabile che siano il segnale del fatto che nel vostro organismo esiste una carenza nutritiva specifica, una disfunzione metabolica o che è in corso un processo di acidificazione cellulare. Nel caso voleste fare un piccolo esperimento casalingo di misurazione dell’acidità, procuratevi delle cartine tornasole e per 15 giorni calcolate il vostro ph per mezzo delle urine: se i valori si mantengono stabilmente al di sotto del 7, è possibile che dobbiate consultare un medico e iniziare un trattamento alcalinizzante che riequilibri il ph.
Perché il nostro organismo tende ad acidificare?
Il nostro metabolismo ha tendenze acide, in quanto la maggior parte degli scarti prodotti durante i processi metabolici hanno una base acida. L’organismo ha messo a punto dei meccanismi di protezione per impedire il sovraccarico di scorie metaboliche: i così detti sistemi tampone e le funzioni omeostatiche di polmoni e reni che si occupano di espellere gli acidi volatili e fissi attraverso la respirazione e le urine. Quando il corpo però è già compromesso da una progressiva acidificazione, non è più in grado di svolgere questa funzione protettiva e anziché portare fuori la “spazzatura”, l’accumula nei tessuti, in modo che questa non si riversi nel sangue, dove provocherebbe un fenomeno di acidosi metabolica grave. Inoltre per cercare di neutralizzare gli elementi acidi l’organismo si demineralizza, utilizzando le riserve di minerali basici (calcio, magnesio, potassio, sodio e fosforo) contenuti in ossa e tessuti. Gli organi demineralizzati sono quindi soggetti predisposti ad infezioni e all’azione corrosiva degli acidi immagazzinati. Inoltre l’accumulo progressivo di sali minerali negli organi per tamponare la presenza di acidi può provocare la comparsa di calcoli.
L’acidificazione progressiva delle cellule però non è solo un processo endogeno, essa è determinata principalmente dalla nostra alimentazione. I cibi si possono suddividere in due classi: acidi e basici. Tale natura non viene rilevata dal cibo integro e fresco, bensì dalla composizione delle sue ceneri dopo la combustione. Queste sostanze inorganiche partecipano direttamente all’equilibrio acido-base del nostro organismo.
Nel prossimo post analizzeremo quali cibi sono indicati per riportare il ph dell’organismo a livelli ottimali e parleremo anche della dieta alcalina, fenomeno alimentare che sta spopolando non solo sul web.
Alla prossima.