I benefici del cioccolato
Tutti amano il cioccolato ma quanti conosco davvero i suoi benefici per la nostra salute? Conoscere cosa mangiamo è fondamentale per prenderci cura di noi stessi per questo è importante informarsi. Di sicuro tra gli alimenti che molti di noi mangiano con frequenza c’è il cioccolato, condannato da medici e dietologi. Ma fa davvero così male? Scopriamo insieme cos’è questo prodotto, da dove viene e perché fa bene mangiarlo.
Il cioccolato è buono e fa bene alla salute
Il cioccolato è un alimento ottenuto dalla lavorazione dei semi dell’albero del cacao. Esistono due differenti tipi di cioccolato disponibile in commercio: quello artigianale realizzato utilizzando la pasta di cacao prodotta nei paesi origine, a cui vengono aggiunti altri ingredienti e aromi per insaporire il prodotto; quello industriale preparato miscelando il burro di cacao, cioè la parte più grassa, con polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti come il latte, le mandorle, le nocciole, il pistacchio o altri aromi. In genere questo secondo tipo è qualitativamente inferiore rispetto al cioccolato artigianale. Ma il cioccolato non viene consumato soltanto da solo, spesso fa da base ad altri prodotti come gelati, torte e biscotti . secondo alcuni studi di settore, il cioccolato causerebbe dipendenza chiamata in gergo cioccolismo, per analogia con l’alcolismo. Ma non sono tutti d’accordo. Infatti, altri studi dimostrano come l’assunzione di cioccolato stimoli il rilascio di endorfine, sostanze capaci di aumentare il buon umore.
Sebbene il cioccolato sia il risultato ultimo, tutto nasce dalla pianta del cacao. Il suo nome scientifico è Theobroma cacao. I Maya sono stati i primi a coltivare la pianta del cacao nelle terre tra la penisola dello Yucatan, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala. Per gli Indios i semi erano talmente preziosi da essere utilizzati come vere e proprie monete di scambio. Nelle culture antiche il cacao aveva anche significati simbolici e religiosi. Presso i maya, ad esempio, il cioccolato veniva chiamato “cibo degli Dei”, e il suo consumo era riservato solo a sovrani, nobili e guerrieri, le classi più importanti della popolazione. Sempre i maya erano soliti consumare una bevanda di cacao preparata con acqua calda, molto simile a quella che consumiamo noi ma con il latte. Ma come giunge il cacao fino a noi? Grazie a Cristoforo Colombo che fu il primo europeo a provare il cacao nel 1502 quando durante il suo quarto viaggio nelle Americhe tocca l’isola di Gunaja, al largo della costa dell’Honduras. Da quelle lontane terre il cacao raggiunge l’Europa verso la metà del Cinquecento.
La parola “cioccolato” risale alla seconda metà del XVI secolo quando in spagna si consumava una bevanda per metà di cacao, cioè “cacahuatl” e per metà di “pochotl”, che prendeva il nome di chocolatl . Gli spagnoli però scelsero, per indicare le bevande a base di cacao, la parola chocolatl e non “cacahuate”. Questo perché alcune parole, pronunciate in altre lingue, possono assumere significati differenti e non sempre adatti. Infatti, termine «caca», in spagnolo è un’espressione volgare, connessa con le feci, proprio come nella nostra lingua, e poco si adattava ad una bevanda consumata prevalentemente dall’aristocrazia e dalla nobiltà reale. Ma questa non è l’unica teoria sull’origine del nome cioccolata. Secondo altri, la parola deriva dal dio Azteco Quetzalcoàtl, che secondo la leggenda, donò ai mortali il seme del cacao per farne una bevanda amara, energetica e afrodisiaca. Un’ulteriore teoria, che sembra tutt’altro che credibile, parte dall’etimologia proposta da Thomas Gage, in cui oltre al termine nahuatl atl si aggiunge choco, onomatopeico che indicherebbe il suono prodotto dal mortaio che agita la mistura durante la preparazione.
Il cioccolato, quindi arriva da molto lontano, ma è ormai da secoli entrato a far parte della nostra cultura Infatti, dagli anni ’80 in poi il consumo del cioccolato è raddoppiato. La percentuale delle donne è leggermente maggiore rispetto agli uomini e dei giovani rispetto agli anziani. Ma mangiarlo fa bene? Secondo uno studio condotto da ricercatori olandesi e pubblicato sugli Archives of Internal Medicine ha evidenziato che, in un campione di 470 uomini di età compresa tra i 65 e gli 84 anni e tenuti sotto osservazione per 15 anni, quelli che consumavano un certo quantitativo di cacao avevano un tasso di mortalità inferiore. Le persone che assumevano regolarmente cacao avevano valori più bassi di pressione arteriosa e, quindi, una minore esposizione ad eventi cardiovascolari quali infarto e ictus. La protezione cardiovascolare dovuta al cacao, e quindi al cioccolato fondente, che ne contiene molto, sarebbe dovuta all’elevato contenuto di antiossidanti, in particolare flavonoidi. Il cioccolato fondente fa bene al sistema cardiovascolare. Ma questo non è l’unico studio condotto sul cioccolato. Un gruppo di studiosi dell’Università della California di San Francisco ha posto l’accento sulle qualità del cioccolato fondente amaro; ricco di flavonoidi e, in particolare, di epicatechina, una sostanza che agisce sulle fibre muscolari del cuore consentendo alle arterie di mantenersi flessibili e dilatate. La capacità delle arterie di mantenersi pervie, cioè aperte e dilatate, è la qualità che consente al cuore di proteggersi da eventi infausti quali l’infarto. Il cioccolato è un antidepressivo naturale poichè contiene serotonina e svolge, dunque, sul sistema nervoso un’azione eccitante ed antidepressiva. La serotonina è un ormone prodotto dal cervello che determina il buonumore. Quando la produzione non è sufficiente, si rischia la depressione; moltissimi antidepressivi hanno come principio attivo proprio la serotonina. Il cioccolato svolge, quindi, un’azione antidepressiva naturale.
Si parla spesso dell’importanza dei flavonoidi del cioccolato per la nostra salute. Questi antiossidanti naturali limitano gli effetti negativi associati ad elevati livelli di colesterolo cattivo dato dalle lipoproteine LDL. I flavonoidi proteggono le arterie dai danni dell’aterosclerosi e prevengono malattie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus. Il consumo quotidiano di piccole quantità di cioccolato fondente è inoltre in grado di abbassare lievemente la pressione arteriosa. Nonostante questo alimento sia ricco di sostanze importanti per la nostra salute, è comunque buona regola non lasciarsi prendere la mano consumandone eccessive quantità. I flavonoidi, infatti, non cancellano grassi e calorie, che nel cioccolato non sono da sottovalutare. Basti pensare che una tavoletta da 100 grammi fornisce poco meno di 500 calorie, coprendo da 1/4 ad 1/6 del fabbisogno calorico quotidiano, che varia a seconda dell’età, del sesso, della stazza fisica e del grado di attività sportiva. Nonostante tutto, i trigliceridi contenuti nel cioccolato fondente di qualità non sono pericolosi. Essi, infatti, contengono circa un 33% di acido oleico, un 33% di acido stearico ed un 33% di palmitico. Il vero tabù è dato dalle calorie: tante più se ne introducono e tanto minore risulta l’aspettativa di vita. Mangiare troppo cioccolato, infatti, porta al sovrappeso, che a sua volta causa l’insorgenza di tante patologie. Il cioccolato al latte e quello bianco, oltre ad essere più poveri di flavonoidi, hanno anche un potere energetico superiore del 10-15% e contengono piccole quantità di colesterolo, che è invece assente nel fondente. Scegliere sempre il cioccolato fondente e consumarne comunque con moderazione.
Quando si mangia il cioccolato, è bene seguire e rispettare queste due semplici regole:
- scegliere un cioccolato con un contenuto in cacao pari o superiore al 65% in questo modo diminuirà anche l’attrazione nei confronti dei dolciumi e degli alimenti particolarmente dolci
- evitare i prodotti contenenti caramello o altri ripieni particolari, perché più dolci, più calorici e più poveri di flavonoidi.
Se si soffre di frequenti mal di testa, il cioccolato andrebbe evitato perché contiene tiramina, feniletilamina e favorisce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore eccitatorio che, se troppo poco, causa di cali patologici dell’umore, mentre se presente in eccesso si accompagna ad emicrania. Tali sostanze sarebbero implicate anche nella cosiddetta “dipendenza” da cioccolato. Le stesse ammine sono responsabili delle reazioni pseudoallergiche accompagnate da puntini rossi sulla cute e prurito, che possono colpire individui predisposti. Inoltre, il contenuto in caffeina e teobromina è relativamente modesto e può causare problemi solo alle persone ipersensibili alla loro azione eccitante. Essendo ricco di ossalato, un antinutriente che complessa il calcio a livello intestinale impedendone l’assorbimento, il cioccolato andrebbe consumato con moderazione da chi soffre di osteoporosi e demineralizzazione ossea. Il cioccolato viene inoltre sconsigliato nella terapia di molte affezioni a carico dell’apparato digerente, come ernia iatale, reflusso gastroesofageo e gastrite. Ma forse non tutti sanno che il cioccolato è una buona fonte di ferro, di fosforo e di potassio. Infine, con i suoi quasi 300 mg di magnesio per 100 grammi, il cioccolato rappresenta una delle fonti dietetiche più ricche di questo minerale dall’importante ruolo energetico e metabolico.