I fichi d’India e le loro proprietà
La varietà di frutta di cui il nostro paese dispone è davvero numerosa e spazia dalla mela all’arancia, dalla fragola al fico d’India. Questo frutto, che che se ne dica il suo nome, ha origini messicane ma, da tempo, cresce e si sviluppa nelle terre del Mediterraneo, in Sicilia ad esempio, ma anche in Africa, Asia ed Oceania. Il suo nome scientifico è Opuntia ficus-indica ed è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactaceae,
I fichi d’India un frutto spinoso ma succoso
fichi d’IndiaIl fico d’India nasce in Messico e da qui si diffuse nel Centro America si dai tempi degli Aztechi, dai quali era considerato un frutto sacro. Il suo valore era elevato tanto da venire utilizzato per gli scambi commerciali. Dopo la scoperta dell’America il fico d’India si diffuse in Europa dove trovò terreno fertile in Sicilia ed a Malta. I libri storici ne parlano si del 1535 quando Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés ne parlò nella sua opera Historia general y natural de las Indias. La pianta del fico d’India può raggiungere anche i 5 metri di altezza ed è composta da pale dalla forma piatta e ovale. Presenta una copertura cerosa che la protegge dei predatori.
Il frutto è carnoso e ricco di semi. Il suo colore può variare dal giallo-arancione nella varietà sulfarina, rosso porpora nella varietà sanguigna e bianco nella muscaredda. I primi frutti hanno una forma tondeggiante mentre quelli più tardivi hanno una forma allungata. Questi sono commestibili e molto dolci e si possono mangiare dopo aver eliminato le spine e la buccia. Oggi, la pianta del fico d’India si coltiva in molti paesi come Messico, Stati uniti, Cile, Brasile, Nord Africa, Sudafrica, Medio Oriente, Turchia, Tunisia e Italia, soprattutto in Basilicata, Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna.
Essendo, però una pianta infestante, leggi regionali ne hanno vietato l’utilizzo. Ma resta una pianta fondamentale per certi territori dove la siccità la fa da padrone e, a causa di questa, altre specie avrebbero difficoltà a prolificare. Infatti, resiste a temperature superiori ai 6° C ma non al di sotto di 0° C. Nonostante queste difficoltà, in Italia vengono prodotti da 750 mila a 850 mila quintali all’anno, soprattutto in Sicilia (nelle provincie di Catania, Caltanissetta e Agrigento). Non a caso il 90% della superficie coltivata a fico d’India si trova nell’isola sicula.
Il fico d’India offre importanti benefici all’organismo grazie all’enorme presenza di minerali come calcio, fosforo ed anche di vitamina C. Il frutto, molto carnoso e polposo, viene consumato non solo crudo, proprio come qualsiasi altro frutto, ma spesso viene impiegato per ottenere deliziosi succhi, liquori, gelatine, marmellate, dolcificanti ed altro. Non solo anche le pale sono commestibili e posso essere mangiati freschi, in salamoia, sottoaceto, canditi, sotto forma di confettura. In alcuni casi vengono utilizzati anche come foraggio.
I suo benefici per il nostro organismo sono:
- Allevia le scottature
- Diminuisce l’infiammazione e le tonsilliti
- È un rimedio per lo scorbuto
- Utile contro la cistite e come diuretici
- Ha un’azione astringente contro la diarrea
- Svolge un’azione protettrice della mucosa gastrica
- Ha proprietà emollienti, antinfiammatorie, idratanti
- È usato per alleviare le ferite
- Svolge una preziosa azione ipocolesterolemizzante
- Impiegato come cicatrizzante
- Ha proprietà diuretiche
- Viene usato per il trattamento dei postumi dell’intossicazione alcolica
- Favorisce la crescita dei capelli
Se consumato in quantità eccessive può, però, causare occlusione intestinale a causa dei numerosi semi contenuti all’interno del frutto. Per questo se ne sconsiglia il consumo a chi soffre di diverticolosi intestinale. Nel dettaglio, i cladodi della pianta contengono grande quantità di acqua, ma possono considerarsi rilevanti come fonte di oligoelementi come potassio, magnesio, calcio, ferro, silice, sostanze nutritive come fibra grezza e carboidrati, e vitamine, in particolare vitamina C e precursori della vitamina A come beta-carotene, luteina ed alfa-criptoxantina. Ma non è solo il frutto a contenere tutte queste sostanze, anche le foglie sono ricche di tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6 e folati oltre a aminoacidi.
Se i semi sono ricchi di lipidi e proteine e nei frutti sono presenti anche zuccheri semplici come glucosio e fruttosio ed importanti sostanze anti-ossidanti come l’indicaxantina e la betanina, che contrastano i processi ossidativi e la degenerazione e l’invecchiamento cellulare. Non a caso il fico d’India è stato oggetto di numerosi studi scientifici come quello del Dipartimento di Medicina di New Orleans (Stati Uniti) che ha dimostrato che l’assunzione di questo frutto ha un possibile effetto nella diminuzione dei sintomi che seguono l’intossicazione alcolica.
Anche l’azione antiossidante del fico d’India è stata dimostrata da uno studio svolto nel Dipartimento di Farmaceutica, Tossicologia e Chimica Biologica dell’Università di Palermo, e nel Dipartimento di Farmacia dell’Università di Gerusalemme. A svolgere una funzione antiossidante sono la betanina e l’indicaxantina, responsabili dell’azione anti-radicalica. Le azioni diuretiche e citoprotettrici attribuite al fico d’India sono state studiate ed analizzate dal Dipartimento Farmaco Biologico della Facoltà di Farmacia dell’Università di Messina. In particolare, sembrerebbe, che i maggiori benefici si ottengono dall’infuso del frutto e non dal fiore.
Ma il fico d’India è possibile consumarlo non solo fresco. In molti lo apprezzano anche come confettura da spalmare sul pane o per accompagnare dolci o formaggi. Realizzare una marmellata di fichi d’india non è affatto complicato. Ecco cosa vi occorre:
- 500 gr di zucchero
- 1 kg di fichi d’India
- 1 bicchiere d acqua
- 1 limone
La prima cosa da fare è occuparsi dei fichi d’India. In molti posti è possibile acquistarli già pelati ma, se non ne avete la possibilità munitevi di guanti, solo così potrete eliminare le spine senza però pungervi. Ora passate ad eliminate la parte superiore e quella inferiore del frutto e praticate un taglio verticale non troppo profondo che incida la buccia ma non la polpa. La pelle, in questo modo, verrà via con facilità. Pulite tutti i fichi d’India e passiamo alla realizzazione della confettura. Tagliate la polpa in piccoli pezzi e versateli in una pentola che metterete sul fuoco. Unite l’acqua e portate ad ebollizione fino a quando i fichi non avranno raggiunto una consistenza cremosa.
Fate poi raffreddare e passate la polpa al setaccio in modo da eliminare tutti i semi contenuti del frutto che potrebbe non essere graditi. Riversate la polpa nella pentola e rimettetela sul fuoco ed aggiungete lo zucchero. Quando il composto giungerà a bollore unite l’ultimo ingrediente: il succo di un limone. Ora non resta che lasciare sobbollire per almeno 40-50 minuti, ciò fino a quando il composto non sarà denso e cremoso. Ora non resta che conservare la marmellata nei barattoli. Abbiate cura di sterilizzarli previamente in acqua bollente. Dopo aver versato in ognuno la marmellata chiudete ermeticamente il barattolo e rovesciatelo a testa in giù. In questo modo si creerà un sottovuoto che vi permetterà di conservare la vostra marmellata di fichi d’India più a lungo. Una volta raffreddati potrete già utilizzarla per arricchire i vostri manicaretti.
Il fico d’India è un frutto conosciuto da pochi ma dalle enormi proprietà benefiche per questo andrebbe consumato con maggiore frequenza, oltre al fatto che il suo gusto è delizioso e che la sua polpa carnosa ha un sapore ed una consistenza che, siamo certi, apprezzerete molto.