I 3 frutti dell’estate: anguria, albicocca e pesca
Con il caldo molti di noi preferiscono mantenersi leggeri, abbandonare i pranzi abbondanti tipici delle stagioni più fredde e optare per qualcosa di sì gusto ma fresco e leggero: la frutta. Ormai, però, sulle bancarelle è possibile trovare frutta di ogni tipo, anche non di stagione. Spesso i frutti fuori stagione, coltivati in serra o importati, risultano poco gustosi.
I 3 frutti dell’estate, economici e saporiti.
Per questo motivo è sempre bene sapere qual è la frutta di stagione per poter consumare un prodotto genuino, saporito e soprattutto delle nostre terre. Inoltre la frutta di stagione la si trova a prezzi di molto ridotti rispetto al resto dei prodotti. Un aiuto alla natura e al nostro portafoglio.
Ecco, quindi, i 3 frutti dell’estate, quelli che non devono mancare sulle vostre tavole, quelli che saranno perfetti per una macedonia da consumare come pasto unico in questi giorni di caldo e afa.
Anguria
L’anguria è tra i frutti più amati dell’estate. Ricca di acqua aiuta a mantenere il nostro corpo idratato e disseta. Il nome scientifico è Citrullus lanatus ma noi la conosciamo come anguria o cocomero, è una pianta della famiglia delle Cucurbitaceae, originariamente proveniente dall’Africa tropicale. L’anguria è una pianta annuale, con fusto rampicante, foglie grandi e frutto di grandi dimensioni, rotondo oppure ovale che può raggiungere anche i 20 kg di peso.
Esternamente è verde e liscio con striature e chiazze bianche o gialle. David Livingstone, un famoso esploratore dell’Africa, nei suoi viaggi scoprì che l’anguria cresceva abbondante nel deserto del Kalahari, dove si ritiene abbia avuto origine. Lì il frutto cresce selvaggio ed è conosciuto come Tsamma.
Non è ben chiaro quando sia iniziata la coltivazione dell’anguria ma, attestato da alcuni geroglifici, sembra che i primi a crescere piante di anguria siano stati gli egiziani più di 5000 anni fa. Nel X secolo d.C. l’anguria era coltivata in Cina, che attualmente risulta essere il primo produttore mondiale. Giunse in Europa, però, solo 2 secoli dopo.
La polpa dell’anguria, dal colore rosso intenso e ricca di semi, è composta per oltre il 90% di acqua. Nel suo succo, però, si trovano anche zuccheri e vitamine A, C, B e B6. Ma vediamo nel dettaglio la composizione di questo frutto tipicamente estivo:
- Proteine: 0,6 mg
- Grassi: 0,15 mg
- Carboidrati: 7,55 g
- Fibre: 0,4 g
- Calcio: 7 mg
- Sodio: 1 mg
- Potassio: 112 mg
- Magnesio: 10 mg
- Fosforo: 11 mg
L’anguria è davvero poco calorica, contiene, infatti, circa 30 kcal per 100 grammi di prodotto.
L’anguria è consigliata a chi soffre di ipertensione e malattie cardiache grazie alla presenza, nella sua polpa, di citrulina. Inoltre, abbassa i livelli di colesterolo nel sangue e migliora la qualità del sonno stimolando la produzione di serotonina.
Albicocca
L’albicocca è il frutto dell’albicocco il ci nome scientifico è Prunus armeniaca, appartenente alla famiglia delle Rosacee, la stessa famiglia e genere di frutti quali la ciliegia, la pesca e la prugna. Il frutto cresce su alberi con tronco e rami sottili che possono raggiungere i 12-13 metri allo stato selvatico. L’albicocca è un frutto di piccole dimensioni dalla buccia pelosa e la polpa carnosa, con un nocciolo duro all’interno.
La pianta dell’albicocco è originaria della Cina nordorientale, nelle zone al confine con la Russia. La sua origine risale a più di 4000 anni fa. Dall’Oriente si estese lentamente verso l’Asia centrale fino a raggiungere l’Armenia, da cui prese il nome, dove, si racconta Alessandro Magno la scoprì. Ma furono i Romani ad importarla in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C. Ma chi diffuse questo frutto nell’intero bacino del Mediterraneo furono gli Arabi, infatti Albicocco deriva dalla parola araba Al-barquq.
L’albicocca è uno de i 3 frutti dell’estate ed è ricca di vitamina B, C, PP, ma soprattutto di carotenoidi. Contiene elevate quantità di vitamina A che protegge le superfici dell’organismo, interne ed esterne.
L’albicocca è composta da:
- Proteine: 1,4 mg
- Grassi: 0,39 mg
- Carboidrati: 11,12 g
- Fibre: 2 g
- Calcio: 13 mg
- Sodio: 1 mg
- Potassio: 259 mg /100gr
- Magnesio: 10 mg
- Fosforo: 23 mg
Il consumo di albicocche è indicato per chi soffre di secchezza della pelle e delle mucose respiratorie, digerenti e urinarie, di rottura delle unghie, di capelli fragili e opachi, di fragilità ossea. Il frutto ha un contenuto di 28 calorie ogni 100 grammi di peso.
Pesca
Il pesco, il cui nome scientifico è Prunus persica è una specie del genere Prunus che produce un frutto commestibile chiamato pesca. Le pèsche sono frutti carnosi e zuccherini, hanno la buccia di colore giallo-rossastra che può essere sottile e vellutata o liscia. La polpa è succosa e dal profumo intenso che, a seconda della varietà, può essere gialla o bianca con venature rosse.
Il pesco è un albero originario della Cina, dove è da sempre ritenuto simbolo d’immortalità. Dall’oriente questa straordinaria pianta arrivò in Persia e da lì giunse in Europa. È proprio dalla Persia che deriva il nome della specie. Il frutto della pesca arrivò a Roma nel I secolo d.C. e grazie ad Alessandro Magno si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo, proprio come le albicocche.
Anche la pesca, come molti frutti tipicamente estivi, contiene vitamine come la A, C, B1, B2 e altre sostanze nutritive come fosforo, potassio, magnesio, zolfo, ferro, manganese che vediamo nel dettaglio:
- Proteine: 0,91 mg
- Grassi: 0,39 mg
- Carboidrati: 11,12 g
- Fibre: 2 g
- Calcio: 13 mg
- Sodio: 1 mg
- Potassio: 259 mg /100gr
- Magnesio: 10 mg
- Fosforo: 23 mg
La pesca contiene un acido molto simile all’acido citrico, che ha la proprietà di eliminare le tossine e che la rende particolarmente indicata per chi ha problemi di digestione e di circolazione. Inoltra, ha proprietà lassative e soprattutto diuretiche, giova a chi soffre di costipazione intestinale e di stipsi, e a chi ha problemi di insufficienza renale o di calcoli urinari. Aiuta anche a limitare la traspirazione per cui è perfetta in questo periodo particolarmente caldo dell’anno. Contiene soltanto 39 kcal ogni 100 g di frutto.