I cugini del Mangostano una famiglia davvero interessante
In queste pagine abbiamo già parlato della Garcinia Mangostana, l’albero sempreverde diffuso nel sud-est asiatico e India da cui si raccoglie il mangostano. Tuttavia la famiglia delle Garcinie, definite Clusicacee, è molto vasta e varia a seconda delle latitudini e delle aree geografiche, contando oltre 100 specie. Tutte danno frutti esotici dalle proprietà interessanti tanto quanto quelle del loro cugino più famoso e in questo post vorrei elencarne qualcuna.
Garcinia Cambogia. È un albero spontaneo che si trova nelle foreste di Cambogia, Vietnam, Filippine e parte del sud dell’India. Dalla buccia del frutto di questa pianta si ricava un estratto molto raro ed estremamente ricercato in fitoterapia: l’acido idrossicitrico, dalle proprietà simili al più comune acido citrico, ma che si ritrova solo in alcune specie della famiglia delle Garcinie. Le sue funzioni all’interno dell’organismo sono molto attive nei confronti dei depositi di colesterolo LDL nelle arterie e sono in grado di regolare la presenza di glicogeno nel fegato e la sintesi degli acidi grassi, permettendo di raggiungere più in fretta il senso di sazietà. Questa sua caratteristica lo rende molto utile nelle cure dimagranti e contro l’obesità.
Garcinia Indica. Questa clusicacea è diffusa nello Sahyādri, la costa ovest dell’India, soprattutto lungo i fiumi, nelle foreste e nelle zone non coltivate. I nomi con cui è conosciuto il suo frutto sono innumerevoli: aamsol, aamsul, bindin, biran, bhirand,bhrinda, brinda, bin’na, kokum, katambi, looikya, panarpuli, ratamba, thekera e molti altri. La buccia del piccolo frutto, seccata al sole, viene utilizzata come spezia dal caratteristico aroma agrodolce e sostituisce spesso e volentieri il più diffuso tamarindo in molte preparazioni culinarie. La polpa rossastra è molto apprezzata come centrifugato o sorbetto, utile per agevolare la digestione e abbassare la temperatura corporea durante la stagione calda. Anche questa specie contiene una buona concentrazione di acido idrossicitrico che viene impiegato nell’industria farmaceutica e cosmetica.
Garcinia Atroviridis, conosciuta anche come Asam Gelugo è una clusicacea spontanea tipica delle foreste tropicali della Malesia, ma viene anche largamente coltivata per il suo valore fitoterapico ed economico. Il frutto, di colore giallo-arancione, contiene una serie di acidi, fra cui citiamo l’ascorbico, il citrico, il tartarico e il malico, oltre ad una buona concentrazione di flavonoidi. Queste sostanze danno al frutto un sapore agrodolce molto marcato e viene impiegato comunemente in molti piatti tipici della zona.
Garcinia Prainiana o più comunemente Cherapu è una specie di Garcinia molto diffusa anche in Africa e in Sud America e lungo tutta la cintura tropicale, anche se è nativa della Malesia. I frutti sono piccoli e molto simili ad un mandarino e come questo frutto si pelano con facilità, avendo una buccia piuttosto sottile. Il suo sapore è quello che più si avvicina al nostro mangostano. Tuttavia non contiene xantoni, proprio perché non è dotata di pericarpo in cui, come sappiamo, si riscontra la massima concentrazione di queste molecole antiossidanti.
La Garcinia Madruno o Charichuelo fa parte della famiglia Reedhia, definita come il mangostano del Nuovo Mondo, in seguito poi assorbita dalla più vasta famiglia delle Garcinie. È tipica dell’America del Sud e dell’America Centrale e difficilmente si trova in altre parti del mondo. Il frutto è molto più simile ad un limone che al mangostano e con questo frutto condivide anche il sapore agrodolce, anche se molto meno marcato e alcune proprietà benefiche. È un ottimo scavenger e antiossidante in grado di prevenire l’ossidazione del colesterolo LDL, grazie alla presenza di bioflavonoidi piuttosto marcata.
Garcinia Livingstonei, tipica dell’Africa (Costa d’Avorio, Somalia, Sud Africa) dà piccoli frutti arancioni, più simili a bacche per la loro grandezza che non supera i due centimetri di diametro. La parte edibile del frutto, piuttosto contenuta, è dolce, anche se leggermente amarognola. Questo è dovuto alla presenza di un lattice estremamente amaro che non rendono il frutto estremamente appetibile, infatti la pianta viene utilizzata principalmente per scopi ornamentali. Tuttavia la corteccia, le foglie e i fiori hanno discrete proprietà antibiotiche.
Eccoci alla fine del post e non abbiamo analizzato che una piccolissima parte delle clusicacee appartenenti alla famiglia delle Garcinie, ma forse ci torneremo sopra la prossima volta.