Inappetenza: cause e rimedi
Esistono casi in cui per questioni psicologiche o fisiche si soffre di mancanza di appetito, meglio conosciuta come inappetenza. La mancanza del desiderio di alimentarsi viene chiamata in termine tecnico anoressia, ma a questo ci si arriva solo quando non si è stati in grado o non ci si è occupati di un problema più profondo. L’inappetenza può sfociare in anoressia, ma non sono la stessa cosa. Per questa ragione è bene ricorrere subito ai ripari quando sentite che la voglia di mangiare diminuisce drasticamente. Spesso questa patologia è associata ad altre malattie, una volta guarite queste si ritorna a mangiare regolarmente. Scopriamo insieme quali sono le cause e quali i rimedi di questo disturbo spesso sottovalutato.
Curare l’inappetenza è possibile, basta farlo nel modo giusto
Spesso le mamme, soprattutto quelle alla loro prima esperienza, si allarmano quando si accorgono che il loro bambino non mangia o mangia troppo poco. In questi casi non si può parlare di inappetenza vera e propria, infatti i più piccini hanno un forte l’istinto di autoregolazione dell’appetito. Ciò vuol dire che torneranno a mangiare regolarmente quando il loro organismo ne farà richiesta. Questo non vuol dire che se la questione si protrae a lungo non sia necessario ricorrere al medico. Negli adulti esistono alcune malattie che portano un calo del desiderio di cibo:
- Febbre
- mal di gola
- otite
- malattie esantematiche
- infezioni delle vie urinarie
- intolleranze alimentari
- malassorbimenti
- virus influenzali
Queste, però, non sono le uniche malattie associabili all’inappetenza. Anche i farmaci possono alterare il senso del gusto e portarci a voler mangiare meno non potendo assaporare i cibi. L’inappetenza può apparire come fenomeno sporadico o come sintomo di una malattia organica o di un disagio psicologico. Nell’adulto l’inappetenza grave può essere legata a malattie tumorali oppure a disturbi gastrointestinali o a stati depressivi o a demenza in fase precoce. Gli anziani, infatti, tendono a mangiare meno anche a causa di stati psicologici come la tristezza, la depressione o il dolore. Si verifica spesso l’inappetenza nei pazienti affetti da cancro, specie alcune tipologie come:
- Cancro al colon
- Cancro ovarico
- Cancro allo stomaco
- Cancro al pancreas
Altre cause di diminuzione dell’appetito potrebbero essere:
- Malattia epatica cronica
- Insufficienza renale cronica
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva
- Demenza
- Insufficienza cardiaca
- Epatite
- HIV
- Ipotiroidismo
Coloro che soffrono di cancro o di una malattia cronica devono cercare di aumentare la quantità di proteine e calorie, mangiando cibi ad alto contenuto calorico, spuntini nutrienti o piccoli pasti più volte nel corso della giornata. Anche le bevande a base di proteine liquide possono essere utili. Alcune persone hanno inoltre presentato stati di inappetenza durante il primo trimestre di gravidanza o in seguito all’utilizzo di alcuni farmaci, compresi gli antibiotici, i farmaci chemioterapici, la codeina e la morfina o di droghe, tra cui anfetamine, cocaina, eroina. Quando ci si rende conto che si sta perdendo eccessivo peso è il caso di ricorrere all’aiuto medico. Per la mancanza di appetito causata da assunzione di farmaci, chiedere al medico se sia possibile cambiare dosaggio o medicina. Mai smettere di prendere i farmaci senza prima consultarsi con il proprio medico.
Nei casi più lievi di inappetenza esistono dei rimedi naturali a base di erbe che aiutano il nostro organismo a stimolare i sintomi della fame e ad aumentare il desiderio di mangiare. Vediamo insieme quali sono.
Angelica
L’angelica ha proprietà e attività spasmolitiche, procinetiche, espettoranti, aromatiche e carminative. Nella medicina popolare, la tintura officinale di angelica viene utilizzata per curare l’inappetenza e la mancanza di appetito. In passato l’angelica era ritenuta una pianta utile nelle depressioni e nell’anoressia.
Melissa
La melissa è un antispasmodico utilizzato sia sotto forma di tisane sia di alcolati dalla funzione rilassante, nervina, ansiolitica, moderato tonico antidepressivo, diaforetica, digestiva, antivirale, antibatterica, antiossidante, antiinfiammatoria e per questo utile in casi di scarsa voglia di alimentarsi.
Genziana
Anticamente, la genziana veniva impiegata come antipiretico. La genziana è ottima in caso di inappetenza, depressione ed anoressia, ma va evitata in presenza di ulcere duodenali e gastriche, ed in casi di ipertensione. Se ne fa ampio uso anche in cosmetica per l’azione schiarente delle lentiggini sulla pelle e per la cura delle pelli grasse.
Pappa reale
L’uso della pappa reale è soprattutto indicato per i bambini e per le persone anziane. Quanto agli adulti sono specialmente i debilitati perché mangiano troppo poco è possibile ricorrere ai benefici effetti della pappa reale. Inoltre, l’uso continuato da un piacevole senso di euforia e di vigore, fa scomparire ogni senso di stanchezza e di svogliatezza ed è per questo che la pappa reale è consigliata agli atleti e agli sportivi in genere. Ottimi risultati si ottengono sui più piccoli. Infatti, risveglia l’appetito, combatte i disturbi intestinali e l’anemia, aumenta il tono generale dell’organismo.
Assenzio
Il liquore e l’olio essenziale sono molto tossici, hanno potere convulsivante, ma se presi in piccole dosi sono stimolanti e tonici. Non a caso, l’assenzio stimola la secrezione gastrica, con conseguente stimolo dell’appetito e questo è dovuto al principio amaro per cui è adoperato in alimentazione per fare liquori. L’abuso di liquori a base di assenzio conduce ad una malattia detta absintismo- Per questa ragione in alcuni Paesi, come la Francia, è vietato l’uso di assenzio nei liquori.
Centaurea
La centaurea è in grado di favorire la secrezione di saliva e succhi gastrici e grazie alle proprietà aperitive, amaro-toniche, antispasmodiche, colagoghe e col eretiche. L’utilizzo di questa pianta ha ottenuto l’approvazione ufficiale per il trattamento dei disturbi dispeptici e della perdita di appetito, come l’inappetenza e l’anoressia. Per il trattamento di queste patologie si consiglia l’assunzione di circa 6 grammi di droga al giorno. Nel caso in cui, invece, la centaura venga utilizzata sotto forma di estratto liquido, generalmente, si consiglia l’assunzione di 1-2 grammi di prodotto al giorno.
Menta
La menta ha azione antisettica e rinfrescante, è anche antispasmodica e viene usata per tisane digestive, insieme con verbena e tiglio, e come blando analgesico per dolori di stomaco, nella eccitazione nervosa, in casi di insonnia e di i appetenza e mancanza di appetito.
Arancio amaro
L’infuso di fiori o di foglie è consigliato ai sofferenti di insonnia, mentre quello ottenuto con le scorze agevola invece la digestione, stimolando la secrezione cloro-peptica sia per il sapore percepito dalle papille gustative della lingua, che per il contatto degli oli essenziali sulla mucosa gastrica, inoltre aumenta il desiderio di mangiare utilissimo in casi di disturbi dell’alimentazione. Sempre dalla buccia, si ottiene l’olio essenziale di arancio amaro, dotato di proprietà antinfiammatorie e disinfettanti.
China
La china ha proprietà benefiche, salutistiche, o meglio ancora normalizzanti sulle attività digestive ed agisce su tutto l’apparato e la funzionalità digerente, in particolare cavità gastrica, fegato, cistifellea e pancreas. La china, oltretutto, come droga ad amari e come tutte le droghe ad amari, è anche una droga aperitiva , cioè stimola la secrezione salivare ed epato – gastrica, quindi bile e succo gastrico. Una droga aperitiva, quindi, prepara l’apparato digerente a ricevere il cibo e digerirlo.
Rabarbaro
Il rabarbaro è utilizzato come droga lassativo – stimolante, come droga digestiva ed eupeptica, ma anche per le sue proprietà astringenti, che limitano cioè l’azione lassativa della droga stessa. Questo è anche il motivo per cui il rabarbaro è meno attivo dal punto di vista lassativo. Questo vuol dire che in caso di mancanza di appetito, il rabarbaro è in grado di stimolare il nostro organismo a mangiare di più. Ecco perché molti di coloro che soffrono di inappetenza lo utilizzano con regolarità.
Limone
Il limone è comune come aromatizzante per l’industria dei liquori, ma per viene utilizzato anche nell’industria farmaceutica dove, generalmente, è impiegato per mascherare il sapore sgradevole che i farmaci possono avere. Questo, però, non è il solo utilizzo che se ne fa del limone in campo medico. Infatti, questo agrume è anche dotato d’interessanti proprietà fitoterapiche, come quelle corroboranti e stomachiche. Infatti, il limone è in grado di stimolare la secrezione salivare e delle altre ghiandole dell’apparato digerente. Non a caso l’olio essenziale di limone viene utilizzato per aumentare la secrezione salivare. La polpa del limone è, invece, utilizzata come ricca fonte di vitamina C. Per questo di consiglia l’utilizzo di limone in casi di problemi di tipo alimentare.
Aloe
L’aloe è una pianta dalle mille proprietà benefiche. Dalla questa pianta si ottiene una sostanza ricca di benefici: il gel di aloe vera, molto utilizzata in campo medico perché disinfettante ed antinfiammatoria. È particolarmente indicato il suo uso in casi di arrossamenti, acne, eritemi, scottature perché è in grado di riparare la pelle in tempi brevissimi. Il suo succo, però, è quello che viene impiegato per curare disfunzioni alimentari, disturbi legati all’assunzione irregolare di cibi come l’inappetenza, ma anche l’anoressia.
Ginepro
Le bacche di ginepro sono utilizzate per realizzare infusi che presentano un’attività diuretica. In realtà, vi sono pareri contrastansi sulla sicurezza dell’uso dell’olio essenziale di ginepro. Secondo alcuni ha sgradevoli effetti collaterali che sarebbe bene non sottovalutare questo è causato dalla presenza di alcuni idrocarburi potenzialmente nefrotossici. Nonostante differenti opinioni, l’utilizzo del ginepro è stato ufficialmente approvato ma solo per il trattamento dei disturbi dispeptici, grazie all’azione carminativa e stomachica svolta dall’olio essenziale e, probabilmente, anche dalle sostanze resinose contenute nei frutti della pianta. Per cui in casi di disturbi alimentari è bene utilizzare questo tipo di rimedio con cautela.
Verbena
Nella medicina popolare la verbena viene utilizzata internamente per il trattamento di molteplici disturbi, quali affezioni delle vie respiratorie come tosse e asma, dolore e crampi, oltre che come rimedio contro la stanchezza, l’agitazione e i disturbi digestivi. La verbena è utilizzata nella medicina popolare per stimolare l’appetito nei bambini in età da svezzamento, cioè in quel periodo critico in cui iniziano ad assaggiare nuovi sapori ed il rischio che mangino troppo poco è dietro l’angolo. Ciò non toglie che torna utile anche in casi di inappetenza degli adulti. Nella medicina tradizionale, la verbena è anche impiegata esternamente per trattare le affezioni delle mucose del cavo orofaringeo, le artriti, le contusioni e i reumatismi, e come rimedio per contrastare il prurito cutaneo. Nella medicina cinese, invece, la verbena è usata per trattare la dismenorrea, gli edemi e perfino la malaria.