Il mangostano, coltura indigena amata da FoodTank.org

Abbiamo nominato il mangostano tra i sei nuovi cibi che domineranno nel 2014, del resto si tratta di ciò che migliaia di persone nel mondo conoscono come “The Queen of the fruits”, la regina della frutta. 
Ne sono convinti anche gli attivisti di FoodTank, un’associazione che si batte per la difesa del cibo sano, ambientalmente sostenibile ed equamente distribuito fra i popoli. 

Come coltura indigena sappiamo che è diffuso in tutto il sud-esta asiatico, anche se originariamente si trattava di un albero selvatico. Le piante sono state probabilmente addomesticate in Thailandia e Myanmar, e poi introdotte per domesticazione in altri climi tropicali di tutto il mondo, ma non senza difficoltà. L’albero richiede elevata umidità e precipitazioni annuali senza significativi periodi di siccità, per questo motivo prospera particolarmente bene nelle aree del Sud-est asiatico. Inoltre, l’albero del mangostano richiede l’utilizzo di parecchia acqua, perciò tende ad essere un produttore di frutta più prolifico se coltivato sulle rive di fiumi, laghi e stagni.

Ecco come descrive il mangostano FoodTank: il suo sapore è squisitamente sensuale e delizioso, per questo la produzione di mangostano si sta lentamente diffondendo in tutto il mondo. La polpa succosa contenuta nel frutto è solitamente consumata fresca come dessert, ma ritroviamo il mangostano più spesso sottoforma di purea o succo, oppure in scatola, anche se perde parte del suo sapore delicato nel processo di inscatolamento.
Alcuni thailandesi usano il mangostano ancora acerbo nel curry ed a volte è aggiunto alle ricette di pesce al curry in India. I semi sono talvolta mangiati crudi, bolliti o arrosto. Il mangostano ha anche altri usi tradizionali, la resina della scorza viene utilizzata per la concia delle pelli in Cina, mentre in Thailandia, il legno è usato in vari tipi di costruzioni. 

Il mangostano è noto anche per avere una varietà di proprietà medicinali. Oltre alle proprietà già conosciute in tutti il mondo, varie parti della pianta sono usate dai guaritori nativi nei paesi in cui viene coltivato. In alcuni paesi, un unguento a base di mangostano viene applicato sulla pelle per aiutare a guarire le ferite e infezioni; la scorza, essicata e trasformata in polvere, è usata per trattare la dissenteria; le radici infine sono impiegate nella preparazione di una tisana somministrata alle donne con problemi mestruali.

A proposito delle colture indigene, FoodTank ha un’opinione ben precisa: “le colture indigene hanno fornito nutrimento  alle comunità per migliaia di anni. Varietà tradizionali di verdura, frutta, legumi e cereali non sono solo un genere altamente nutriente, ma forniscono anche la diversità tanto necessaria nelle diete dei popoli, in particolare nel mondo in via di sviluppo. FoodTank ha in effetti enfatizzato l’importanza delle colture indigene di tutto il mondo, mettendo in evidenza il ruolo importante che svolgono nella fornitura di sostanze nutritive, nel miglioramento della sicurezza alimentare, nell’aumento dei redditi, e nela varietà dell’aimentazione.

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