Il mangostano, qualche informazione per conoscerlo meglio

Oggi vorrei parlarti un po’ del mangostano, mi dirai: “Ma va? Questo è un blog tutto dedicato a questo frutto”. Sì, hai ragione, ma vorrei approfondire con te l’argomento, perché vorrei descriverti non tanto le proprietà del frutto, ma la sua origine, la pianta da cui proviene e la sua conformazione, così da poterlo riconoscere se decidi di acquistare il mangostano fresco.

Partiamo dall’albero, la cui denominazione scientifica è Garcinia Mangostana, una pianta sempreverde di origine tropicale che cresce solamente al di sotto del 20° parallelo nord poiché non sopporta le temperature molto rigide o troppo torride. L’albero è molto slanciato e può raggiungere l’altezza di oltre 25 metri, anche se di norma si assesta tra i 6 e i 20 metri. La Garcinia Mangostana è molto diffusa nel Sud-Est asiatico e si dice che la sua origine sia da ricercare nelle isole Molucche, ma ormai viene coltivato anche in Sud America e persino qui in Italia, soprattutto nella riviera ligure e nel Sud.

I tempi di crescita della pianta sono piuttosto lunghi, ma una volta cominciato il ciclo riproduttivo, è in grado di dare frutti anche senza fecondazione, ma in tal caso il mangostano non conterrà semi. Inoltre sia la pianta sia il frutto non necessitano di pesticidi chimici in quanto i tannini e gli xantoni presenti nella corteccia, nelle foglie e nella buccia intorno alla polpa preservano naturalmente l’intera pianta dall’attacco di insetti e parassiti.

 origini e usi del mangostano

Il mangostano impiega circa tre mesi a raggiungere la maturazione completa e a questo punto è grande poco più di un mandarino e presenta un pericarpo di un viola intenso e dalla consistenza compatta, ma piuttosto blanda. Nel caso trovassi dei mangostani la cui buccia è secca o troppo dura, non acquistarli, perché non sono frutti freschi. La polpa è bianca, cremosa e suddivisa in 5 o 7 spicchi ben definiti. Viene definita arillo poiché gli spicchi sono divisi dal pericarpo, ma aderenti ai semi, un po’ come un’arancia.

L’arillo rappresenta solo il 25% del peso del mangostano, ma di norma, a scopi fitoterapici, viene utilizzato tutto il frutto, perché, come già detto in precedenza, è proprio nel pericarpo dove si trovano la maggior parte degli antiossidanti tanto utili alla nostra salute. Quindi, come nella purea, viene tritato insieme alla polpa, oppure viene fatto essiccare e poi utilizzato in salutari infusioni. I semi non sono commestibili così come mamma Natura gli ha fatti, ma possono essere consumati tostati o bolliti.

Comunque non solo il mangostano in sé presenta degli usi terapici marcati già ampiamente illustrati in queste pagine. La pianta della Garcinia Mangostana è comunemente utilizzata in tutta una serie di contesti dalle popolazioni autoctone in cui cresce spontaneamente, ma di questo parleremo la prossima volta.

A presto.

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